Riutilizzo di tablet, cucine e abbigliamento Expo 2015

Alcune testimonianze sul loro utilizzo

Durante la presentazione dei risultati dei Bandi per la donazione il riutilizzo di cucine, tablet, gadget, abbigliamento e accessori di Expo Milano 2015, che si è svolta a Milano il 12 gennaio 2017 nella sede di Fondazione Cariplo, quattro delle 194 organizzazioni assegnatarie hanno portato, con le loro testimonianze, alcuni esempi su come saranno utilizzati i beni messi a disposizione: l’Associazione Assistenza Carcerati e Famiglie utilizzerà l’abbigliamento dei FOP per i detenuti del carcere di Busto Arsizio; la Fondazione Archè destinerà abbigliamento e accessori dei volontari ad un progetto Internazionale in Africa; l’Associazione Volontari Protezione Civile di Rozzano, che ha come prima specializzazione cucina di emergenza, potrà attivare un secondo container cucina da utilizzare in situazioni di emergenza e per implementare le attività di formazione e le esercitazioni obbligatorie dei volontari; l’Istituto Comprensivo Statale L. Cadorna arricchisce con il lotto di 20 tablet la sua dotazione informatica per innovare l’approccio didattico.

A questo LINK un video di Repubblica.it con le testimonianze.

BANDO CUCINE CLUSTER EXPO

Per le 15 cucine a disposizione sono arrivate 1.209 domande. Le apparecchiature erano in uso nei cluster, i padiglioni tematici dove erano stati riuniti i Paesi che non si potevano permettere una struttura in proprio. L’Associazione Volontari della Protezione civile di Rozzano, nel milanese, se ne è aggiudicata una. “Da dieci anni ci occupiamo di cucina in emergenza e formiamo volontari in questa specializzazione, come il cuoco campale. Siamo intervenuti, per esempio, dopo il terremoto in Abruzzo. Questa cucina sarà installata in un container trasportabile, pronta all’uso. Ne abbiamo già una in dotazione, che fa 500 pasti all’ora, con quest’altra possiamo soddisfare fino 1.800 pasti e implementare le attività di formazione“, spiega il presidente, Renato Porciello.

BANDI DIVISE FOP

Expo ha dismesso anche le divise del personale Fop – operatori sul campo- e dei volontari. Sedici lotti di abbigliamento nel primo caso, per 444 domande, e 55 nel secondo, contro le 388 richieste.

Agostino Crotti è il presidente dell’Associazione Assistenza carcerati e famiglie che opera al carcere di Busto Arsizio, in provincia di Varese, e ha ritirato circa 60 completi dei lavoratori Expo. Abbiamo felpe, magliette, polo e cinture, possiamo vestire circa 50 persone. Al carcere di Busto Arsizio oltre il 60% dei detenuti è di origine extracomunitaria. Molti di loro vengono arrestati all’aeroporto di Malpensa, come corrieri o ovulatori della droga, e arrivano privi di ogni cosa. Queste magliette, cinture e pantaloni è un materiale prezioso per noi che ci permette di far sentire questi detenuti persone”.

BANDO DIVISE VOLONTARI

Alla Fondazione Arché invece sono stati assegnati circa 300 sacchetti di tela, che erano in dotazione ai volontari di Expo. Destinerà le borse in cotone nell’ambito di un progetto di formazione scolastica in Africa “Andranno in Zambia, dove Arché lavora in un missione gesuita con progetti di scolarizzazione degli orfani, e diventeranno le loro cartelle per andare a scuole. Attraverso queste shopper in cottone possiamo inoltre trasmettere a queste popolazioni un messaggio ecologico importante perché loro usano soprattutto dei sacchetti di plastica che quando si rompono rimangono nell’ambiente”, spiega la responsabile dei progetti internazionali, Cristina Bocca.

BANDO TABLET

Venti dei 1.730 tablet di Expo, adoperati dal personale sul campo per gestire l’organizzazione dell’evento, sono stati donati all’istituto Cadorna di Milano, 1.200 allevi tra elementari e medie. Sono arrivate 981 richieste, tutte da scuole che come requisito dovevano dimostrare la partecipazione all’Esposizione del 2015. Vincenza Carelli, che al Cadorna si occupa di animazione digitale, racconta che “grazie ai tablet potremo fare attività di coding e programmazione. Creeremo un ambiente di apprendimento virtuale, trasformando le classi in laboratori digitali”.

Sono state 3.501 le richieste di partecipazione e 194 le organizzazioni assegnatarie dei cinque bandi per il riutilizzo gratuito di alcuni beni mobili di Expo Milano 2015. Una partecipazione oltre le aspettative da parte di organizzazioni non profit, scuole, comuni ed enti pubblici di tutta Italia che hanno visto in questa iniziativa un’opportunità per ottenere gratuitamente materiale utile alle loro attività.

Una “seconda vita” per una parte del patrimonio materiale rimasto a chiusura della manifestazione per contribuire effettivamente alla promozione di un modello di sviluppo sostenibile e di una cultura che contrasti la logica dello spreco e dei rifiuti. Un’idea proposta a società Expo 2015 SpA prima della chiusura dell’Esposizione Universale di Milano da Fondazione Triulza – la rete di realtà del terzo settore che ha gestito il Padiglione della Società Civile – che si è concretizzata nel dicembre 2015 con la firma di un Protocollo d’Intesa tra le due organizzazioni.

Fondazione Triulza ha potuto così gestire operativamente in questi mesi – e grazie al supporto di Fondazione Cariplo, che aveva condiviso dall’inizio la proposta in una logica di contrasto allo spreco – l’assegnazione dei lotti dei beni individuati e messi a disposizione dalla società che aveva gestito Expo. Come previsto dal protocollo è stato creato un Comitato Guida composto, oltre che da Fondazione Triulza da Expo 2015 SpA in liquidazione e dai suoi soci: Ministero dell’Economia e delle Finanze, Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano e Camera di Commercio di Milano, istituzioni che condividevano l’idea di restituire alla collettività parte del patrimonio Expo non più utilizzato e contribuire alla diffusione della legacy materiale ed immateriale della manifestazione. Il Comitato Guida ha definito i Bandi e i criteri per l’assegnazione dei differenti lotti.

L’assegnazione è avvenuta mediante procedura verbalizzata di estrazione a sorte. La lista completa dei beneficiari è stata pubblicata a questo link del sito web di Fondazione Triulza

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