Food act: ecco la ricetta per valorizzare la cucina italiana

In Cascina Triulza 40 chef a confronto con i ministri Martina, Giannini e Franceschini

Un piano di azione in 10 punti per valorizzare la cucina italiana nel mondo. E’ il Food act presentato all’Expo presso la Cascina Triulza, il padiglione della società civile, dove i 40 migliori chef italiani hanno incontrato, nell’ambito del secondo forum sulla cucina italiana, i ministri Maurizio Martina, dell’agricoltura, Dario Franceschini, ai Beni e alle attività culturali, e Stefania Giannini, all’istruzione.

Accanto alla valorizzazione delle eccellenze italiane anche attraverso chef-ambasciatori della cucina tricolore, il Food act punta a potenziare la distribuzione soprattutto all’estero dei prodotti italiani di qualità e a rafforzare la formazione per l’alta cucina. Tra i principali destinatari di questo piano i giovani a cui si rivolge anche quando parla di credito agevolato per i nuovi imprenditori. Ma la cucina italiana è storia e cultura. Allora ecco che il documento prevede un rafforzamento del binomio turismo-ristorazione, l’avvio di precorsi per certificazioni di qualità e iniziative di educazione alimentare a partire proprio dalle scuole.

“Per la prima volta il governo italiano fa un passo concreto e molto apprezzato dai grandi chef italiani – ha detto Martina – Queste dieci azioni di sistema servono a valorizzare la cucina di qualità italiana che è uno dei massimi punti di forza del nostro Paese. Il food act è un patto di collaborazione che non si era mai visto, una delle eredità più belle di Expo”.

Anche sul fronte del turismo c’è l’impegno del ministro Franceschini: “Farò in modo che i grandi centri della cultura italiani – ha detto al termine dell’incontro – che hanno bisogno di grandi ristoranti e caffetterie abbiano non servizi qualsiasi ma l’eccellenza della cucina italiana”.

Uno degli aspetti centrali del Food act è la formazione, visto anche il crescente interesse da parte degli studenti per il settore. “Il mio è un ruolo fondamentale – ha detto il ministro Giannini – perché c’è una grande domanda di formazione di qualità. Il settore è in crescita esponenziale sia nella scuola superiore che all’università; negli ultimi 5 anni ha avuto +30%, abbiamo 230 mila studenti. Noi però ci occupiamo del latte, la crema devono farla loro. Le scuole alberghiere non sfornano tutti Gualtiero Marchesi o Carlo Cracco”.

Dopo questa giornata partiranno gruppi di lavoro più ristretti che si sono dati appuntamento in autunno, tra ottobre e novembre, per il terzo forum della cucina italiana.

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