Una Cascina nel punto in cui si incrociavano tre strade: da lì il nome “Triulza”.
Un nome e un luogo che, in modo quasi profetico, ben rispecchiano quella che sarebbe stata nei secoli a venire l’identità di Cascina Triulza (prima) e Fondazione Triulza (poi): connessione, collegamento, mediazione.
Nell’evento di Fondazione Bassetti “La libertà di reinventare Milano. Quando rappresentanze e società civile pensarono la città nuova”, tenutosi il 26 marzo in Sala Alessi in occasione degli Ottant’anni dalla Liberazione, siamo partiti dal racconto delle ceneri della Milano del dopoguerra, della sfida che fu la sua ricostruzione – in senso materiale ma anche valoriale e culturale – per arrivare a parlare della Milano di oggi, perché “fare memoria per noi significa raccontare il nostro presente, l’identità della nostra città oggi e quindi anche gli strumenti per pianificarne la crescita“, come ha sottolineato Luca Gibillini di Milano è Memoria, tra gli organizzatori dell’incontro. A ottant’anni dalla Liberazione, rimane invariata la tensione al cambiamento della nostra città e la necessità di attori che riescano a incanalarlo e a farsene carico. Fondazione Triulza si propone nella città del futuro come agente di cambiamento e innovazione, con tutto il coraggio che l’innovazione richiede.

Durante l’incontro, il presidente di Fondazione Triulza Massimo Minelli ha sottolineato che il cambiamento non si fa da soli: richiede la responsabilità e la partecipazione di tutti, nell’ottica – estranea alla matematica – che la somma totale è più grande degli apporti dei singoli.
Per questo Fondazione Triulza, a partire dal padiglione della società civile in EXPO Milano 2015, fino ad arrivare al suo ruolo attuale dentro il distretto dell’innovazione MIND, riafferma il suo essere rete, elemento di connessione, in diversi sensi. Si rimette, ancora una volta, al centro di quelle strade simboliche da cui prende il nome, al crocevia. Rete di organizzazioni del Terzo Settore, ormai più di 70, che nella Fondazione trovano un punto di incontro e collaborazione; ponte che lega l’interno di MIND e l’esterno, i Comuni e i territori circostanti. Animata, grazie alle attività della sua Social Innovation Academy, dall’incontro tra generazioni diverse e tra discipline diverse, quali scienza, tecnologia, arte, scienze sociali. E anche un punto di incontro tra un Passato in cui era una Cascina, punto nevralgico della vita di paese, e un Futuro in cui è protagonista di una città, uno spazio urbano da reinventare, in cui portare i valori della società civile e i desideri delle nuove generazioni: sostenibilità, inclusione, equità.



Come ha affermato Francesco Samoré di Fondazione Bassetti “La storia serve a ritrovare la bussola e la reinvenzione di Milano serve perché Milano è in cambiamento velocissimo”: come ottant’anni fa, dunque, anche oggi la società civile si fa portatrice delle istanze valoriali necessarie affinché questo cambiamento sia non solo veloce, ma anche nella giusta direzione.
