Al via la seconda edizione del progetto Capstone per il Sociale promosso dal Politecnico di Milano e Fondazione Triulza. Aperta la call per cooperative e non profit interessate a sviluppare un prototipo innovativo con il supporto di ricercatori e studenti di ingegneria biomedica e gestionale. Per informazioni scrivere a alfonso.gautieri@polimi.it, emanuele.lettieri@polimi.it, news@fondazionetriulza.org.
Come nella prima edizione, il progetto coinvolgerà studenti di ingegneria biomedica e gestionale nello sviluppo di prototipi per realtà del Terzo Settore con l’obiettivo di rispondere alle sfide sociali. Il progetto si inserisce nelle attività di responsabilità sociale dell’Ateneo a complemento e in sinergia con le tradizionali funzioni di didattica e ricerca ed in linea con l’obiettivo 3 dell’Agenda 2030 «Good Health and Wellbeing for all». Fondazione Triulza, attraverso questa collaborazione con il Politecnico di Milano, implementa le sue attività in favore dell’innovazione e del trasferimento tecnologico verso le realtà del Terzo Settore e dell’Economia Civile e il rafforzamento della convergenza tra la tecnologia e sociale.
Tra i principali benefici per le organizzazioni che aderiranno:
- UPSKILLING. Apprendere strumenti e metodi di lavoro per passare da un bisogno a un’idea progettuale, a un prototipo e al suo go-to-market.
- TALENT SCOUTING. Costruire contatti con gli studenti del PoliMI al fine di poterli valutare come futuri collaboratori.
- NETWORKING. Rafforzare le relazioni con il PoliMI e il suo network di aziende, istituzioni e finanziatori.
Scopri di più sul percorso Capstone per il Sociale e sui prototipi presentati durante l’evento conclusivo del 3 ottobre.
Le testimonianze dei protagonisti che hanno partecipato alla prima edizione
“Generare innovazione e impatto sociale reali implica mettere al servizio dei bisogni e del benessere delle persone i progressi tecnici e scientifici. Con Capstone per il Sociale del Politecnico di Milano siamo riusciti a mettere in campo un nuovo modello di trasferimento tecnologico verso le realtà del Terzo Settore e dell’Economia Civile che integra e potenzia ulteriormente le attività e i progetti che stiamo sviluppando in MIND con gli altri partner. L’obiettivo è innovare e rafforzare le competenze tecniche, tecnologiche e gestionali delle nostre organizzazioni e attirare talenti per rispondere in modo nuovo ed efficace ai bisogni sociali delle persone e affrontare le sfide del futuro.” (Chiara Pennasi, Direttore di Fondazione Triulza).
“Il progetto P4NP (Polimi for Non Profit) rappresenta un’iniziativa strategica che si inserisce nel quadro delle portanti del Piano Strategico e del Piano di Sostenibilità d’Ateneo focalizzate sullo sviluppo di azioni trasformative ad alto impatto legate all’innovazione sociale e al rafforzamento delle collaborazioni con il Terzo Settore Non Profit. Questo progetto nasce dall’esigenza di potenziare il trasferimento di competenze e tecnologie verso queste organizzazioni che operano con finalità sociali, culturali e ambientali, rispondendo così alle sfide complesse che caratterizzano il contesto contemporaneo. In un panorama in cui il Terzo Settore svolge un ruolo sempre più cruciale nella risposta ai bisogni della comunità e nella promozione dello sviluppo sostenibile, il P4NP si propone di creare una rete solida tra l’università, le organizzazioni Non Profit e gli altri stakeholder che partecipano. L’Ateneo, attraverso questo progetto, rafforza il proprio ruolo di ponte tra la ricerca accademica e le esigenze del mondo reale, offrendo un contributo tangibile al miglioramento della società. Il progetto CAPSTONE è un esempio riuscito di questa collaborazione in cui Politecnico di Milano, Fondazione Triulza e le cooperative sociali Eureka e Residenze del Sole hanno dimostrato attraverso un’esperienza di formazione-azione dedicata al social tech, ovvero all’implementazione di soluzioni tecnologiche, di servizio e organizzative che risolvono bisogni sociali che passano attraverso un approccio che definirei di co-design user-centered innovativo. In questa discesa in campo la nostra università mette a disposizione, con il contributo di docenti e studenti, le proprie migliori competenze e risorse, favorendo così lo sviluppo di approcci, modelli e pratiche capaci di migliorare la qualità, l’efficacia e l’efficienza delle organizzazioni Non Profit e delle loro azioni quotidiane e processi. Come la futura azione P4NP, CAPSTONE si distingue per l’approccio partecipativo e inclusivo, coinvolgendo attivamente gli attori nella definizione delle priorità e delle soluzioni, garantendo un allineamento con le reali esigenze del territorio. Questa sinergia tra università e società civile è essenziale per promuovere un’innovazione inclusiva e sostenibile, che sappia rispondere non solo alle sfide di oggi, ma anche a quelle future.” (Stefano Maffei, delegato all’innovazione sociale del Politecnico di Milano)
“Il miglior uso della tecnologia è quello di migliorare la vita di qualcuno. Il progetto Capstone PoliMI per il Sociale con Fondazione Triulza mirava proprio a quello. Due società Cooperative aderenti a Legacoop Lombardia che le comunità di riferimento riconoscono come soggetti imprenditoriali di rilevante funzione pubblica e sociale hanno accettato una sfida, partire dai desiderata per colmare i gap e bilanciare i disagi. Due progetti agli antitesi tra loro, uno rivolto ai giovani e l’altro agli anziani. Per i giovani con disabilità cognitive un aiuto concreto all’autonomia abitativa e per gli anziani di una RSA uno strumento di stimolazione. La tecnologia può migliorare in modo significativo la vita delle persone fragili. Le soluzioni tecnologiche devono essere progettate in modo inclusivo, tenendo conto delle specifiche esigenze di queste persone ed è proprio dall’osservatorio privilegiato che hanno le due società cooperative che si occupano di fragilità da moltissimi anni che si è riusciti a creare i prototipi che daranno risposta ai bisogni delle persone che ne usufruiranno. Un viaggio nelle fragilità, con il lavoro di tanti giovani studenti che si sono adoperati nello studio prima e nella ricerca di soluzioni dopo, partendo dall’inciso che l’idea di pochi può diventare lo strumento di molti e per molti. La tecnologia diventa quindi un potente strumento per migliorare la vita dei più fragili, contribuendo a superare le barriere e le fragilità che queste persone incontrano quotidianamente.” (Barbara Farina, Direttrice Legacoop Lombardia)
“Tecnologia e bisogni delle persone sono ormai un binomio che in Fondazione Triulza si traduce in sviluppo sostenibile. In verità c’è un grande spazio per lo sviluppo delle imprese che occupandosi di bisogni reali delle persone possono farlo in maniera sempre più efficace grazie alla transizione digitale. Per questo riteniamo che il binomio tecnologia e bisogni sia sinonimo di cooperazione, si tratta percorsi su cui stiamo investendo sempre di più perché crediamo che il mondo cooperativo possa giocarsi un ruolo di primo piano, un protagonismo sicuramente più forte dell’attuale, grazie a luoghi come MIND e a soggetti come Fondazione Triulza in cui Confcooperative fortemente crede.” (Enrico De Corso, Direttore di Confcooperative Lombardia)
“Il progetto La Casa di Roby è rivolto ai giovani con disabilità intellettiva e alle loro famiglie, con l’obiettivo di creare un luogo di incontro e di sviluppo per il futuro. La convergenza verso le nuove tecnologie, imprescindibili per i nativi digitali, è centrale, poiché queste sono parte integrante della loro quotidianità e caratterizzano il loro modo di vivere. L’incontro con il Politecnico ha permesso al nostro team di confrontarsi con un diverso tipo di sapere, con cui solitamente non interagiamo, e che ha arricchito il nostro approccio educativo.“ (Elena Negri, pedagogista). “Il percorso si è basato sull’ascolto reciproco. Essendo coetanei, persone con disabilità e giovani ingegneri hanno facilmente trovato una corrispondenza su molti temi.“ (Marco Polli, responsabile di Area per Eureka)
“Residenze del Sole è da sempre attenta alla qualità della vita delle persone anziane e ritiene fondamentale lavorare in stretto contatto con la ricerca scientifica e l’innovazione digitale in quanto portatrici di metodi e strumenti pionieristici in grado di supportare e interagire con gli ospiti della RSA favorendo benessere, rallentando il decadimento fisico e cognitivo.” (Gianfranca Duca, Direttrice Residenze del Sole). “L’intergenerazionalità è il valore aggiunto che caratterizza i progetti della RSA del Sole. L’incontro tra anziani e studenti di Ingegneria ha permesso uno scambio significativo di competenze, valori e memoria orale. La contaminazione tra competenze scientifiche e relazionali ha avuto una ricaduta personale sia come arricchimento umano che competenze sociali.” (Augusta Segneri, tutor di progetto per la cooperativa Residenze del Sole)
“Nell’ambito di questa iniziativa, i nostri studenti hanno avuto l’opportunità di applicare le loro conoscenze tecniche e progettuali a casi concreti, lavorando a stretto contatto con due realtà del Terzo Settore presenti sul territorio. Attraverso questi progetti, gli studenti non solo hanno potuto mettere in pratica ciò che hanno appreso nei corsi di ingegneria, ma hanno avuto anche l’opportunità di confrontarsi con problematiche reali, di imparare a lavorare in team interdisciplinari e di contribuire concretamente a cause di grande valore sociale.” (Alfonso Gautieri ed Emanuele Lettieri, professori associati del Politecnico di Milano, coordinatori del percorso)
“Siamo chiamati sempre più ad affrontare sfide sociali e ambientali complesse, che richiedono soluzioni altrettanto complesse. Per far fronte a questa sfida abbiamo bisogno di una pluralità di sensibilità, visioni e competenze che può derivare solo dalla multidisciplinarità insita nelle collaborazioni tra attori di diversi settori. Queste sfide sono globali, perché riguardano tutti, ma si vincono soprattutto a livello locale. Perché è a livello locale che vanno implementate le innovazioni in grado di rispondervi. Se è vero che le tecnologie potrebbero consentirci di trovare soluzioni innovative a queste sfide, è pur vero che le tecnologie oggi vengono, nella maggior parte dei casi, sviluppate altrove. In un altrove che è differente a livello sociale, geografico e culturale. Per questo la sfida che viviamo è quella di adattare le tecnologie ai contesti locali in cui viviamo. Nel farlo, l’economia sociale svolge un doppio ruolo. Quello di portavoce dei bisogni del territori e quindi entità che può chiudere il gap tra chi la tecnologia la disegna e sviluppa e chi è portatore di un certo bisogno. Quello di sentinella, rispetto a utilizzi impropri delle tecnologie che falliscono nell’essere adattive rispetto a beneficiari e contesti con determinate caratteristiche e quindi rischiano di generare effetti negativi” (Federico Bartolomucci, Post-Doc Researcher, Politecnico di Milano – Tiresia)
Candidati per la seconda edizione!
Sono aperte le candidature della seconda edizione di Capstone PoliMI per il Sociale. Se sei una cooperativa o un’organizzazione non profit con un’idea di prototipo a impatto sociale, contattaci